Il monastero di san Filippo il Grande, situato nelle vicinanze dell’omonima struttura sportiva a due passi dall’autostrada, dalla quale è chiaramente visibile, venne fondato attorno al 1100 e dichiarato esente da ogni potere, come testimoniato da un diploma rilasciato da Ruggero II nel 1145. L’edificazione si inserisce nell’obiettivo dei Normanni di ricristianizzare e controllare il Valdemone; questo compito venne affidato ai monaci basiliani. San Filippo era infatti un luogo strategico, ad esso era soggetto il santuario di Dinnamare. Qui si racconta che visse, nel IV-V secolo, in una grotta integrata nel monastero, San Filippo di Agira, dopo aver ricevuto gli ordini sacerdotali a Roma ed esser stato inviato a convertire i siciliani. Nella nostra città il Santo lasciò un segno tangibile del suo passaggio con un villaggio che da lui prese il nome (S. Filippo). Il Bonfiglio scrive, nel 1606, nella sua opera “Messina Nobilissima” di ” un’ abbazia che per bellezza e comodità di stanze, per frescura di giardini e fontane, […] per l’aere salubre, è tenuta per il più bel luogo, tra le altre abbadie di S. Basilio in Sicilia. “Nel 1783, il monastero subisce gravi danni a causa del terremoto e successivamente viene completamente ristrutturato in stile tardo-barocco, mantenendo una discreta parte delle strutture di epoca normanna. Il monastero visse così un altro secolo di vita, fino al 1866, quando il fabbricato fu confiscato e messo all’asta dal regno d’Italia, acquistato da Gaetano Alessi, lo trasformò nella sua residenza con 25 stanze. All’inizio degli anni’80 il monastero fu acquistato dal comune di Messina, per adibirlo ad attività culturali, anche se il progetto non fu mai realizzato ed il monastero abbandonato. Oggi, nonostante più di trentacinque anni di degrado, il complesso monastico mantiene un grande valore, storico, artistico culturale e spirituale, un gioiello della nostra città che andrebbe adeguatamente valorizzato e far sì che le origini di questo quartiere non vengano dimenticate.