La terza serata del “Nuovo Cinema Olympia” ha avuto luogo con la proiezione del film “Divorzio all’Italiana” diretto da Pietro Germi(1961).
La visione del film è stata introdotta da un breve e puntuale excursus storico del presidente Eugenio Enea sulla mentalità della Sicilia di provincia del periodo – improntata ad una cultura (onore, corna, maschilismo) ed a costumi ancora troppo arcaici.
La serata si è poi conclusa con un intrigante dibattito degli intervenuti che ha sottolineato ed evidenziato lo stato di arretratezza in cui versava la Sicilia (ma anche tutta la nazione) per la lacuna dell’ordinamento legislativo italiano vigente che non prevedeva il divorzio (quale strumento per realizzare lo scioglimento del matrimonio, una volta venuta meno quell’ “affectio maritalis” che dovrebbe connotare l’unione tra i coniugi, divorzio introdotto solo negli anni settanta) oltre che sull’anacronismo dell’art. 587 del codice penale dell’epoca che prevedeva ancora il delitto d’onore (abolito solo nel 1981).
La pellicola – che ha vinto a Cannes nel 1962 e che ha guadagnato, dopo tre nomination, l’Oscar come migliore sceneggiatura originale – racconta il malessere del protagonista, il barone Fefè di Cefalù (interpretato da un magistrale Marcello Mastroianni) il quale, stanco della bruttina ed assillante consorte Rosalia, si invaghisce della bella cugina, appena adolescente, Angela (Stefania Sandrelli).
In particolare, Fefè, per disfarsi di Rosalia e sposare Angela, induce all’adulterio la consorte per poi ucciderla e poter godere delle attenuanti sottese al delitto d’onore. La scena dei funerali del padre di Angela (morto per infarto dopo aver scoperto la relazione tra la figlia e Fefè) ove il barone viene umiliato e tacciato di codardia, giungendo perfino a sputargli, da una coraggiosa moglie di Patanè (amante di Rosalia), può annoverarsi tra le più riuscite.
La scena conclusiva – che mostra Angela sdraiata sul ponte di una barca mentre bacia il marito ed, al contempo, accarezza col piede il giovane ed aitante timoniere – lascia perplessi, ingenerando molti dubbi sulla felicità dell’unione tra Fefè ed Angela, e suona quasi come un monito:
Chi di tradimento ferisce, di tradimento perisce.
Vi aspettiamo per la prossima proiezione “I mostri” giovedì 14 novembre, sempre nei locali della parrocchia, sempre a Tremestieri!
Elvira Aligata